Tritacarne letterario. Metti alla prova la tua scrittura.
Scrivere è un’attività solitaria. Ma la solitudine, alla scrittura, non fa tanto bene. Molte persone che scrivono sentono la mancanza di un confronto: con altre persone che scrivono, naturalmente, ma anche con professionisti della letteratura e dell’editoria.
Il «Tritacarne letterario» organizzato da Grisù 451 e da Bottega di narrazione, e ospitato dal Consorzio Factory Grisù, è appunto un’occasione di confronto e discussione. Il docente, Giulio Mozzi, è uno scrittore (ha pubblicato sette libri di racconti e un romanzo), un talent scout letterario (ha lavorato per Sironi, Einaudi, Marsilio, Laurana) e un docente di scrittura con trent’anni di esperienza.
Gli iscritti al «Tritacarne letterario» dovranno inviare via email, entro il 17 novembre 2024, il testo che vorranno discutere. Potrà trattarsi di un racconto (o di più racconti: ma non più di tre), di un soggetto per un romanzo, di una semplice idea narrativa, o di un romanzo scritto parzialmente o addirittura finito (in questo caso sarà utile una breve scheda che riassuma la storia). Nella giornata del 24 novembre, cominciando alle 9.30 e finendo quando si finirà, tutti i testi saranno analizzati da Mozzi e discussi con l’autrice o autore.
Prima domanda: «Perché dovrei stare un giorno a sentir analizzare e discutere il lavoro degli altri, per poi avere per me solo mezz’ora o tre quarti d’ora?».
Risposta: perché il «Tritacarne letterario» vuole non solo offrire un parere qualificato sui testi proposti, ma anche insegnare come si discute un testo. Discutere i testi degli altri, cioè discutere dei testi nei confronti dei quali non abbiamo tutti quei sentimenti e desideri che abbiamo per i nostri testi, può essere molto istruttivo.
Seconda domanda: «Che cosa significa, esattamente, discutere?».
Risposta: significa che Mozzi non farà cadere dall’alto un suo giudizio; cercherà invece di riconoscere quel che c’è di buono e quel che c’è di non buono in ogni testo; di proporre modi per valorizzare il buono e rimediare al non buono; di suggerire, se possibile, un percorso di lavorazione ulteriore del testo.
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Giulio Mozzi è nato nel 1960. Ha pubblicato sei raccolte di racconti: Questo è il giardino, Theoria 1993 (premio Mondello per l’opera prima); La felicità terrena, Einaudi 1996 (finalista al premio Strega); Il male naturale, Mondadori 1998; Fantasmi e fughe, Einaudi 2000; Fiction, Einaudi 2001; Sono l’ultimo a scendere, Mondadori 2009; Favole del morire, Laurana 2015; e un romanzo, Le ripetizioni, Marsilio 2021 (candidato al premio Strega).
Ha pubblicato inoltre numerosi saggi e manuali sullo scrivere, tra i quali: Ricettario di scrittura creativa (con Stefano Brugnolo), Zanichelli 2000; Parole private dette in pubblico, Fernandel 2001; (non) un corso di scrittura e narrazione, Terre di Mezzo 2009; L’officina della parola (con Stefano Brugnolo), Sironi 2014; Oracolo manuale per scrittrici e scrittori, Sonzogno 2019; Oracolo manuale per poete e poeti (con Laura Pugno), Sonzogno 2021.
Nel 2011 ha fondato la Bottega di narrazione, che attualmente dirige insieme a Giorgia Tribuiani.