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Sabato 13 Aprile  |  ore 19:30

Fiammetta Palpati

La casa delle orfane bianche

Per aiutarsi reciprocamente tre donne di mezz’età decidono di ritirarsi in una casa di paese con le rispettive anziane madri, bisognose di assistenza. La convivenza, sulla carta, è un incastro perfetto: cosa c’è di meglio della rusticità dei bei tempi andati per dividere spese, pensieri, incombenze, e magari risanare quel legame intimo tra madre e figlia, di accudimento e amore, che al momento è invertito? Ma il nido si mostra assai presto per quello che è: un covo di immaturità, risentimento, egocentrismo e disperazione che sfocia in un tragicomico delirio collettivo: la casa si rivolta contro le inquiline e il loro desiderio, soffocandole tra immondizie, un cane infido e l’odore nauseabondo di una papera guasta.

La situazione precipita quando arriva nella casa, teoricamente come badante, una suora fasulla e inferma, che si piazza in poltrona e pretende d’essere servita e riverita. Lo scompiglio che ne segue getta le protagoniste nello sconforto totale finché, come in ogni dramma che si rispetti, esse saranno costrette a smascherarsi, e a dichiararsi orfane bianche.
Un piccolo miracolo profano si compie: ma nessuno guarisce, e la porta della casa delle orfane bianche si chiude su un lieto e bizzarro banchetto funebre, a base di uova tonnate e pizze di Pasqua.
A fare da cerimoniere in casa, e assistere il lettore durante lo svolgersi di questo mistero pasquale, c’è un narratore in smoking: distaccato, compassato, divagante – un flâneur da sala piegato alla cronaca, o un videocronista con ambizioni letterarie – che si immerge sempre più intensamente nell’infelicità delle orfane bianche, a mostrare come quell’agnizione aspiri a essere una categoria poetica, prima ancora che una condizione psicologica.

Fiammetta Palpati

È nata a Roma, dove è vissuta, ha compiuto studi critico-letterari laureandosi in Letterature
comparate e insegnato in un Istituto per ciechi – dove ha lungamente indagato e sperimentato,
peraltro, il rapporto tra parola e immagine, tra immagine e immagine visiva. Da una decina di anni
ha scelto di vivere nella cittadina umbra di Amelia. Da questa sorta di buen retiro, ragiona e scrive
di paesaggio e sul paesaggio. Dal 2018 è docente presso la Bottega di narrazione - scuola di
scrittura creativa. La casa delle orfane bianche (Laurana, 2024) è il suo primo romanzo.

Giulio Mozzi

È nato nel 1960. Ha pubblicato sette raccolte di racconti e un romanzo, nonché diverse opere
manualistiche sulla scrittura. Lavora come consulente editoriale. Nel 2011 ha fondato a Milano la
Bottega di narrazione. Dal 2020 cura per Laurana Editore la collana 'Fremen'.

Riccarda Dalbuoni

 Riccarda Dalbuoni. Giornalista professionista, laureata in Lettere classiche
(1999) e in Scienze della comunicazione (2012) all’università di Ferrara. Dal 2003
lavora come addetto stampa nella pubblica amministrazione. Ha collaborato
anche con testate giornalistiche come Il Resto del Carlino e Ferraraitalia. Ha
partecipato e collabora a rassegne letterarie (Elbabook, Inchiostro, Grisù 451, Trebbo di Nero, 
Microfestival delle storie, Antiche distillerie Mantovani, Bolobook), si occupa di
presentazione di libri e recensioni. Per BookTribu ha curato le antologie di autori
vari Si chiamerà Futura (2021), Il rosso e il noir (2022), Storie nemiche (2023). 

Sempre per BookTribu ha curato Morozzicum (2023), raccolta di scritti umoristici di Gianluca Morozzi.
Fa parte del direttivo dell’Assostampa polesana.